epub gratuito: Vittorio Alfieri: Della tirannide
BUONE LETTURE

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Vittorio Alfieri

Della Tirannide

“ALLA LIBERTÀ

Soglionsi per lo più i libri dedicare alle persone potenti, perchè gli autori credono ritrarne chi lustro, chi protezione, chi mercede. Non sono, o DIVINA LIBERTÀ, spente affatto in tutti i moderni cuori le tue cocenti faville: molti ne’ loro scritti vanno or qua or là tasteggiando alcuni dei tuoi più sacri e più infranti diritti. Ma quelle carte, ai di cui autori altro non manca che il pienamente e fortemente volere, portano spesso in fronte il nome o di un principe, o di alcun suo satellite; e ad ogni modo pur sempre, di un qualche tuo fierissimo naturale nemico. Quindi non è maraviglia, se tu disdegni finora di volgere benigno il tuo sguardo ai moderni popoli, e di favorire in quelle contaminate carte alcune poche verità avviluppate dal timore fra sensi oscuri ed ambigui, e inorpellate dalla adulazione.

Io, che in tal guisa scrivere non disegno; io, che per nessun’altra cagione scriveva, se non perchè i tristi miei tempi mi vietavan di fare; io, che ad ogni vera incalzante necessità, abbandonerei tuttavia la penna per impugnare sotto il tuo nobile vessillo la spada; ardisco io a te sola dedicar questi fogli. Non farò in essi pompa di eloquenza, che invano forse il vorrei; non di dottrina, che acquistata non ho; ma con metodo, precisione, semplicità, e chiarezza, anderò io tentando di spiegare i pensieri, che mi agitano; di sviluppare quelle verità, che il semplice lume di ragione mi svela ed addita; di sprigionare in somma quegli ardentissimi desiderj, che fin dai miei anni più teneri ho sempre nel bollente mio petto racchiusi.
Io, per tanto, questo libercoletto, qual ch’egli sia, concepito da me il primo d’ogni altra mia opera, e disteso nella mia gioventù, non dubito punto nella matura età (rettificatolo alquanto) di pubblicar come l’ultimo. Che se io non ritroverei forse più in me stesso a quest’ora il coraggio, o, per dir meglio, il furore necessario per concepirlo, mi rimane pure ancora il libero senno per approvarlo, e per dar fine con esso per sempre ad ogni mia qualunque letteraria produzione.”

(Vittorio Alfieri)

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