Ennio Flaiano: Opere scelte (Adelphi, 2010)
Autore plurimo irresistibilmente ironico-satirico, inarrivabile in un genere, il microtesto, narrativo o sentenzioso, fautore di una lingua chiara e antiretorica, Ennio Flaiano è stato a lungo sottovalutato. Ne era lui stesso (amaramente) consapevole.
Il prolungato disinteresse dei critici non può tuttavia stupire: come ha notato Maria Corti, nella nostra letteratura i memorialisti ironico-satirici sono pochi – e certo non riempiono gli scaffali. Rileggere oggi le opere essenziali di Flaiano può dunque riservare folgoranti sorprese: tanto più se le si ripercorre lungo l’asse della cronologia, giacché la sua evoluzione di scrittore incline – per dirla con Peter Altenberg – agli estratti di vita coincide con il progressivo affermarsi di una visione amara e disillusa, sullo sfondo della metamorfosi della società italiana dal primo dopoguerra agli anni Settanta.
Questo volume, curato dalla maggiore specialista di Flaiano, Anna Longoni, propone, accompagnandole con ampie e rigorose Note ai testi, cinque delle sei opere apparse vivente l’autore (Tempo di uccidere, 1947; Diario notturno, 1956; Una e una notte, 1959; II gioco e il massacro, 1970; Le ombre bianche, 1972) nella prima sezione; Diario degli errori e La valigia delle Indie, vale a dire due delle opere che Flaiano decise di pubblicare senza poi portarle a compimento – nella seconda; una significativa scelta degli articoli non inclusi nei progetti d’autore nella terza.